c’è un solo modo
Posted on | 14 ottobre 2009 | No Comments
Non entro nel merito della decisione di assegnare la scorta a Roberto Saviano contestata dal Capo della Mobile di Napoli Vittorio Pisani in un’intervista. Anche perchè si è già acceso uno di quei tipici ed allucinanti dibattiti all’italiana (“è vero, toglietela pure alla Capacchione”) che riempirà pagine e pagine di giornali.
Mi ha però colpito un passaggio del ragionamento di Pisani:
Ripeto: Saviano le minacce le ha ricevute.
«Bisognerebbe avere il coraggio di andare a cercare la giusta causa della minaccia».
E quale sarebbe secondo lei?
«Non lo so. Ma nel rapportarsi con la criminalità organizzata ci sono regole deontologiche, come il rispetto della dignità umana, che vanno rispettate».
Potrebbe essere più chiaro? Un esempio?
«Quando ho bussato alla porta di un superlatitante per arrestarlo, lui mi ha chiesto di aspettare un minuto perché la moglie era svestita. Io gli ho proposto di far entrare due agenti donne. Lui ha acconsentito e ringraziato».
Ammetterà che l’arresto di un super latitante e la denuncia giornalistica di un crimine, sono un po’ più importanti del bon ton con cui li si effettua.
«Certo. Ma ci sono modi e modi. E poi, a proposito della vita sotto scorta, dare un’immagine eroica della lotta alla criminalità rischia di essere controproducente».
Ho grande rispetto e considerazione per Pisani e per il lavoro incredibile che ogni giorno lui ed i suoi uomini portano avanti. Dico davvero.
Però non credo che si possano richiamare concetti come “deontologia”, “rispetto della dignità umana”, “ci sono modi e modi” quando si ha a che fare con mafia e camorra.
Posso immaginare – ed anche essere d’accordo – che il poliziotto che sta in mezzo alla strada debba seguire delle regole non scritte e dialogare con la zona grigia per poter entrare efficacemente in quella nera ed uscirne con dei risultati.
Ma non è accettabile far passare il messaggio che Saviano se la sia andata a cercare provocando e offendendo i Casalesi. Ma di che parliamo??
Certo che se l’è cercata. Il casino è scoppiato mica con la pubblicazione del libro. Anzi, all’inizio ai camorristi piacque pure: si dice che ne circolassero copie “pezzotte” con parti del testo corrette dai diretti interessati.
Saviano ha “sbagliato” quando il 23 settembre 2006, a Casal di Principe durante una manifestazione anticamorra con l’allora Presidente della Camera Bertinotti, disse: “Iovine, Schiavone, Zagaria non valete nulla. Loro poggiano la loro potenza sulla vostra paura, se ne devono andare da questa terra”.
Ha sbagliato a provocare apertamente questa gente? Ha mancato loro di rispetto continuando poi a farlo ad oltranza?
La camorra ha devastato questa terra soprattutto grazie al retroterra culturale delle persone che li circondano, che li rispettano, che considerano loro “lo Stato”. E allora Roberto Saviano ha fatto una grande cosa a sputargli in faccia pubblicamente nella piazza del loro paese.
Non diciamo cazzate.