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il blog di davide azzolini

forse bisogna insistere_2

Posted on | 15 novembre 2008 | No Comments

Quello che segue è un estratto dell’eccellente reportage che Daniele Raineri e Rolla Scolari realizzarono a Baghdad per Il Foglio.
Tra le varie cose si fecero spiegare dal generale Petraeus come cacchio aveva fatto a cacciare al Quaida dalla città. Petraeus spiegò che non erano stati gli americani da soli a farlo, ma insieme agli iracheni. C’era riuscito guadagnandosi la loro fiducia, convincendoli che avevano finalmente l’occasione di riappropriarsi delle proprie vite grazie alla presenza delle truppe americane. Li convinse che finalmente potevano ribellarsi e smetterla di dare a quei fanatici la  copertura necessaria a fare continui attentati che ammazzavano sì i militari americani ma soprattutto i civili iracheni. Insomma, sarebbe stato un affare per tutti.
A quanto pare si sono convinti.

[Il Foglio 22/12/2007]

(…) La notte del 30 maggio gli americani ricevono una telefonata dall’imam locale.
Quella notte i cittadini di Amariyah, che per decisione collettiva non avrebbero più tollerato oltre le uccisioni, le regole, i matrimoni forzati imposti da al Qaida, “avrebbero sistemato da loro la faccenda”. Gli americani erano pregati di non interferire. I soldati in pattuglia nel buio ricevono un ordine mai sentito prima: se si entra in contatto con uomini armati di kalashnikov, non ingaggiarli in combattimento. Ripeto, non ingaggiarli in combattimento. A meno che non siano loro i primi a sparare. La cosa importante, per americani e cittadini, era non spegnere sul nascere la rivoluzione anti al Qaida per errore.
E’ il pezzo più bello della dottrina Petraeus.
I cittadini sfidano apertamente la regola di terrore imposta dai terroristi. Ad Amariyah, Abu Abed si presenta dai due leader locali di al Qaida e chiede loro di lasciare la zona, perché il loro comportamento non è islamico. In spalla ha il kalashnikov che quasi tutte le case irachene hanno, ma i due signori della guerra non si scompongono e gli puntano la canna addosso. “Chi è Abu Abed per decidere da solo che cosa è islamico e che cosa non lo è? Non lo sa che gli altri che hanno contestato sono finiti in mezzo al campo dei cadaveri e che ora succederà la stessa cosa a lui?”.
Quando il capo di al Qaida preme il grilletto l’arma s’inceppa. I racconti dei testimoni da entrambe le parti coincidono.
Quando lo ripreme di nuovo, l’arma si inceppa una seconda volta. Clic.
Abu Abed li ammazza sul posto. Poi prende la pistola come trofeo. Tutti gli chiedono come mai se ne va in giro con un’arma che ha dato una prova così scarsa, lui risponde che in quella notte è stato Allah a bloccarla. (…)