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il blog di davide azzolini

gioco, partita, incontro

Posted on | 31 ottobre 2009 | No Comments

omicidio sanita

Che la gente abbia paura a mostrare una reazione di fronte all’esecuzione di un omicidio posso capirlo. Chi non vive in questa città non può rendersene conto. “Possibile che nessuno denunci?”,  ”Possibile che nessuno si opponga?” . E’ possibile, certo che lo è.

Nessuno – e ripeto, nessuno – avrebbe il coraggio di farlo, mettendo a rischio la propria incolumità e quella dei suoi cari. Non c’è protezione contro questa gente. Non c’è.

Le forze dell’ordine stanno facendo arresti a raffica. Bravi, bravissimi. Ma non basta. Ogni giorno a Napoli si esce di casa e bisogna tener conto di due sistemi di vita paralleli: quello che regola il quotidiano di tutti gli altri italiani e quello di Gomorra. Si, non trovo altre definizioni più efficaci per sintetizzare la commistione di camorra, omertà, inciviltà, connivenze, violenza.

Roberto Saviano ha dato un nome a tutto questo.

Trenta o venti anni fa non era così. Ma adesso questi hanno trasformato la gente, le regole sociali più elementari. E’ come vivere in un paese occupato o dopo una rivoluzione. Una rivoluzione che ha preso il comando mentre tutti noi dormivamo o facevamo finta di farlo.

Se fosse una partita di tennis Gomorra starebbe battendo l’Italia 6-0, 6-2, 5-1. E sarebbe al turno di battuta per chiudere l’incontro.

Ma questa donna ripresa mentre scavalca un morto ammazzzato su un marciapiede come se fosse un sacchetto della spazzatura o la cacca di un cane è il punto del 40-0 per Gomorra.

O forse è un match ball che è stato giocato da tempo e ci illudiamo che la partita sia ancora in corso.

Abbiamo perso.  Possiamo rimetterci a dormire.