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il blog di davide azzolini

con le buone non si ottiene niente

anticamorra_ercolano

Interessante campagna di comunicazione del Comune di Ercolano, guidato dall’ottimo Nino Daniele.

Ecco, io pensavo ad una cosa del genere un paio di anni fa.

Ma molto, molto più aggressiva. Questa gente va offesa, ridicolizzata e derisa. Socialmente isolata.

Ai ragazzini di Scampia e di Casal di Principe ma anche ai figli dei professionisti di Chiaia che vanno al liceo Umberto bisogna insinuare un dubbio: magari è meglio essere una persona perbene. La coscienza ce la devono avere per forza, bisogna svegliargliela con le brutte maniere.

adesso si

Camorra, sgominato il clan Vollaro
Controllava la città di Portici. Il pizzo veniva richiesto anche agli ambulanti. I fiorai del cimitero costretti a versare 250 euro al mese

NAPOLI – Anche due plotoni dell’esercito per liberare una città sotto scacco della camorra. Portici, 60mila abitanti in provincia di Napoli, era completamente controllata dal clan Vollaro, un organizzazione criminale emergente che imponeva il pizzo a imprenditori e commercianti. I proventi servivano a finanziare il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti. E’ quanto emerge dalle indagini del Comando Provinciale dei Carabinieri di Napoli che hanno arrestato nella notte, con l’aiuto del 19esimo reggimento Cavalleggeri della Brigata Garibaldi, 32 esponenti del clan.

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a gotham sanno chi chiamare

gotham

forse bisogna insistere_1

[Io Donna, Corriere della Sera 15/11/2008]

«CAMORRA CITY»? PEGGIO DELL’IRAQ

CASERTA – Saranno i muri alti, le corti interne delle villone che ospitano le grandi famiglie della camorra casalese: opulente al loro interno, ma chiuse su se stesse, veri fortini che ricordano quelle delle campagne afghane, o quelle sparse nell’Iraq meridionale verso il delta del Tigri e dell’Eufrate. Oppure saranno l’omertà diffusa, il senso di rassegnata impotenza tra gli onesti, l’idea che se appartieni a un clan non ne puoi uscire, che anche un agente delle forze dell’ordine è in qualche modo condizionato dalle leggi del sangue. O, ancora, l’assenza dello Stato, l’impressione che le regole le detti il più forte, chi sa incutere più paura. Sta di fatto che a girare nei borghi maleodoranti di discariche, fiumi inquinati e quartieri costruiti nel caos contro le più elementari regole urbanistiche tra la periferia di Caserta, Casal di Principe, Castel Volturno e Sessa Aurunca, viene automatico pensare ai Paesi disastrati del Terzo Mondo, alle zone di crisi in Medio Oriente, al terrore iracheno e la guerra afghana. «Con una differenza però. Qui è ancora peggio che a Nassiriya nel 2004. Là almeno gli iracheni ci dicevano grazie quando noi militari riuscivamo a catturare un bandito e portare un po’ d’ordine. Qui neppure quello. Nel Casalese ogni rappresentante dello Stato è considerato un nemico, sempre e comunque. A noi carabinieri qui nessuno dice grazie» spiega con lo stile diretto che lo contraddistingue il colonnello Carmelo Burgio, comandante dei carabinieri che operano in provincia di Caserta.

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e, su questo, siamo tutti d’accordo

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