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il blog di davide azzolini

I lupi e gli agnelli

L’editoriale di Paolo Macry per il Corriere del Mezzogiorno di oggi.

Più che il gradimento dei candidati a Palazzo San Giacomo, il dato che emerge dal sondaggio Swg commissionato da questo giornale è il crollo dei partiti maggiori. Rispetto alle regionali del 2010, il Pdl passa dal 34 al 27 per cento e il Pd dal 26 al 21. Napoli è ormai una città senza politica, senza cioè forme di organizzazione che costruiscano prospettive strategiche, alleanze sociali, pragmatiche valutazioni del recente passato e poi valori pubblici, idee di stato e di mercato, di diritti e di doveri. Un deserto pieno di pericoli e trappole, nel quale si aggirano candidati molto diversi. Alcuni sono agnelli, altri sono lupi. Leggi tutto

bene, bravo, bis

A me sembra la scoperta dell’acqua calda, ma è la prima volta che lo leggo nero su bianco in maniera così esplicita nel virgolettato di un rappresentante delle istituzioni. In questo caso Vittorio Pisani, capo della Mobile di Napoli, in una intervista al Corriere del Mezzogiorno.

Ecco, a proposito di commercio e di infiltrazioni. C’è la camorra dietro il proliferare delle attività commerciali?
«Non sempre. Gli esercizi utilizzati dai clan ci saranno pure, per carità. Ma oggi non dobbiamo più guardare al riciclaggio come attività esclusiva della criminalità organizzata».

A chi dobbiamo guardare allora? Chi è che ricicla?
«I professionisti. Napoli è una città piena di professionisti, una grande catena che intasca soldi al nero e non sa più dove occultare i soldi sporchi. Le maglie dei controlli bancari si sono strette, l’Agenzia delle entrate fa studi di settore. Riciclare i proventi dell’evasione fiscale in attività commerciali, anche se hanno costi ingenti rispetto alla potenziale produttività, serve a questi professionisti per dare un aspetto di legittimità a quei soldi».

Hanno un volto questi professionisti? Chi sono?
«Medici, avvocati, notai, commercialisti, imprenditori. Chiunque svolga una libera attività. Sono loro quelli che aprono un’attività commerciale dietro l’altra per ripulire i soldi».

Sa anche in cosa investono?
«Prediligono tutto ciò che riguarda il tempo libero. Bar, ristoranti, negozi di abbigliamento. No, dico, ma avete visto quanti nuovi locali notturni, bar e ristoranti sono stati aperti in città? Questa è la cosiddetta gente perbene. La stessa che compra Hogan false e borse contraffatte ai mercatini».

In passato non mi era molto piaciuto nella sua polemica con Saviano.

pizzeria La Notizia

Una delle 3-4 2-3 migliori in assoluto. Al mondo, ovviamente.

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Pena di morte per i camorristi

Napoli non esiste

Sottoscrivo ogni lettera, punto e virgola dell’editoriale di oggi di Paolo Macry sul Corriere del Mezzogiorno.

Passo dopo passo, Napoli sta diventando uno di quei feudi posti ai confini estremi del reame, nei cui affari il sovrano è costretto ogni tanto a intromettersi per dirimere le solite beghe locali.

E così, dopo la guerra delle primarie, Bersani decide di ignorare i contendenti e inventa un candidato per la carica di sindaco. Sindaco di nomina regia, se mai vincesse (ma è difficile). Dall’altra parte, Berlusconi stoppa i conflitti interni al centrodestra cittadino e, a sua volta, elegge motu proprio il candidato della coalizione. Se non accadrà altro, a contendersi Palazzo San Giacomo saranno – insieme con Luigi De Magistris – due personalità della società civile scelte dai palazzi romani. Non era mai successo che la città fosse a tal punto eterodiretta. Ai tempi di Cirino Pomicino, erano i leader locali a influenzare i governi nazionali e, giusto o sbagliato che fosse, Napoli spesso dettava legge a Roma. Oggi succede l’esatto opposto: nel feudo del Vesuvio, è il sovrano che detta legge.

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